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Il drago di Sas Vanna

Anticamente Sas Vanna era ritenuta la montagna sacra dal popolo dei Fanes.

La leggenda narra di un terribile drago che viveva in un oscuro antro del Sas Vanna (al giorno d’oggi Sasso Santa Croce, in Ladino “Sas dla Crusc”). Il drago aveva il corpo di serpente, delle lunghe zampe con artigli e due ali ampie e robuste. La sua bocca, con zanne lunghe e acuminate, era tanto grande e spaziosa da poter contenere una persona. Se un pastore gli arrivava a tiro, lo divorava con pelle e ossa. A causa del terrore per le disgrazie e le morti disseminate dal drago, i pastori non osavano più condurre le greggi al pascolo, e la popolazione abbandonava le campagne per scendere a valle, dove la attendevano miseria e fame. Ma il mostro si spingeva anche in paese, e assaltava le stalle per divorare pecore e altre bestie.

Nel castello Brach, a Marebbe, viveva allora il Gran Bracun, un cavaliere coraggioso che si era conquistato grandi meriti in battaglia. Egli era dotato di una vista così acuta e di una mano così ferma che – dalle feritoie del castello – era in grado di colpire un capriolo che si aggirava nei boschi di Plaies.
Il Gran Bracun decise di liberare la vallata dall’incubo del drago. Un giorno bardò il cavallo con la sella di San Giorgio e si inoltrò nei boschi, dove già tanti avevano incontrato la morte. Ben presto giunse nei pressi dell’antro in cui viveva il drago, e non passò molto tempo che il mostro uscisse e gli si scagliasse contro con occhi di brace e la bocca fumante. Il valoroso cavaliere sparò un colpo che trapassò il cuore del drago: questi cadde a terra con grande strepito, e si voltolò finché non precipitò in un burrone.
Il Gran Bracun fece ritorno a casa, e soltanto molti anni dopo un pastore trovò lo scheletro del drago. In quel luogo, fino a poco tempo fa, si poteva scorgere un’insegna eretta dalla popolazione a ricordo della salvifica impresa del Gran Bracun.
Il drago di Sas Vanna
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